Chance, opportunità e retorica del merito

Ultimamente si parla tantissimo di merito ed impegno. Ma questa retorica non tiene conto di alcuni fattori che incidono notevolmente sulla vita delle persone.

Parlo delle opportunità economiche– perché diciamolo c’è chi ha più possibilità e chi ne ha meno – opportunità relazionali ed emotive.

Credo che il Counseling e le relazioni d’aiuto in generale, debbano sostenere le persone ad accettare che nella vita ci sia un filo del destino, che ci sono delle cose che dipendono da noi e poi c’è tutto il resto. Senza escludere il resto!

Pensiamo al caso dei Måneskin che fino a qualche tempo fa si esibivano per strada. Qualcuno potrà dire che grazie a tenacia e talento sono arrivati in cima. Ma a fronte di casi come il loro, ce ne sono tanti altri come quello di Giulia, una mia cliente che ha una voce divina ma che per una serie di coincidenze sfortunate non è riuscita a realizzarsi in quella direzione, ha cambiato paese ed ora lavora come Oss in Svizzera.

Per non parlare delle donne che vedo in carcere e che grazie alla loro condizione di privazione sociale e culturale si sono trovate a commettere reato. Certo qualcuno potrebbe obiettare che c’è una bella differenza tra il caso di Giulia e quello di queste donne.

Il punto è siamo così sicuri che le chance siano sempre le stesse per tutti?


Purtroppo credere che “volere sia potere” è un vecchio disco rotto che non considera la complessità della vita e la responsabilità sociale e politica, relegando alla responsabilità individuale ciò che non sempre lo è.

Il rischio è di cadere velocemente nella buca della tristezza che diventa inevitabilmente una condizione patologica e quindi implicitamente imputabile alla persona e non all’intero sistema.

Purtroppo posso essere la persona più meritevole e seria del mondo è anche piena di talenti ma se nasco dalla parte sbagliata del mondo, non avrò le stesse chance di chi nasce dalla parte giusta. Quanti talenti si nascondono tra i ragazzini delle favelas o nei villaggi dell’ Africa? Non ci è dato di sapere ma possiamo fare lo sforzo di immaginare.

E quante persone ci sono a trovarsi nella condizione di avere più opportunità perché nate da questa parte del mondo, non riescono a coglierle perché emotivamente non hanno gli strumenti? Come Marco, figlio di un imprenditore, inserito nella società “bene” che non riesce a trovare la sua strada perché non ha sviluppato la capacità di autoaffermarsi e oggi che ha 40 anni mi chiede aiuto.

La vita è anche imprevedibile, esiste il caso e questo crea frustrazione e senso di smarrimento. Per di più ci troviamo in un lungo periodo di crisi (Covid prima e guerra adesso) che in modo insidioso mette a rischio le nostre certezze.

Allora che fare? Lasciamo tutto al caso? Ci arrendiamo alla depressione? La risposta è no. Il cammino di consapevolezza ci invita a viaggiare nella fessura che c’è tra ciò che dipende da noi e ciò che non dipende da noi, slegandosi dalla logica del merito e dell’impegno imparando ad affinare la capacità di cogliere le opportunità empatiche che ci offre la vita e con queste costruire la nostra strada.

Personalmente sento un obbligo morale che è diventato il mio mestiere di Formatrice e di Counselor, nel aiutare le persone a cercare dentro di sé quelle opportunità per trovare quel giusto equilibrio tra la lotta e la resa.

Rispetto al mio cammino devo ringraziare molte persone che hanno saputo vedere in me ciò che oggi sono e faccio. E vorrei fare la stessa cosa con tutti coloro che desiderano stare bene con sé stessi. Nel nostro piccolo noi possiamo agire solo in questo senso.

Con la speranza che chi governa si batta per allargare diritti e opportunità per tutti!

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Grazie per il tuo tempo!

Pubblicato da Dott.ssa Anna Perna

Formatrice ad approccio umanistico esistenziale e Counselor Professionista Supervisore. Mi occupo da oltre 20 anni di apprendimento continuo, di sviluppo della persona e delle comunità. Sono appassionata d'arte e di viaggi e per questo sempre in cammino.

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