Il tempo è una forma dell’esistenza e non coincide con quello scandito dagli orologi e dai calendari.
Kronos, che rincorriamo come criceti in gabbia, ci fa dimenticare l’altra forma dell’esistenza, Kairos come susseguirsi di momenti qualitativi della vita.
Kronos ci concentra sul «Quando»
Kairos ci concentra sul «Come»
Kronos ci obbliga a identificarci con l’habitus che indossiamo tutti i giorni: sono un commesso, sono un’agente, sono un avvocato, sono un medico, sono una manager …
E nel tempo libero?
Anticamente i filosofi pensavano che il tempo libero fosse una precondizione dell’attività intellettuale fine a se stessa.
Per Aristotele il tempo libero, comprende ogni altra forma di attività in cui uomini possono impegnarsi dopo aver adempiuto ai compiti necessari per procurarsi la sopravvivenza.
Esso include il necessario relax al termine del lavoro, il recupero e il riposo fisico, la soddisfazione degli appetiti corporei di cibo e sesso e il divertimento per ovviare alla noia.
Infine, sostiene che sia nel tempo libero che possiamo REALIZZARE PIENAMENTE IL NOSTRO POTENZIALE UMANO inteso come socialità, relazioni personali, mente, anima.
Una volta che si è a proprio agio con LA GESTIONE DEL TEMPO E LA CAPACITÀ DI DIRE NO, si è in grado di ottimizzare la propria vita personale e professionale.
È molto importante in un mondo dove si spende la maggior parte del tempo a lavoro, trovare il modo di seguire le proprie passioni.
C’è chi è appassionato di cinema, chi alle arti marziali, di motociclismo… assicurarsi di pianificare del tempo da dedicare a ciò di cui si è veramente appassionati, distaccandosi completamente dal lavoro, RISULTA VITALE. Quando siamo guidati dalla passione, ogni cosa diventa migliore!
RINCORRERE LA LEGGEREZZA!!
Per Calvino la leggerezza, si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso.
Vivere con “leggerezza”, significa vivere con la capacità di non dare peso all’inessenziale, ma di liberarsene riuscendo appunto a “planare sulle cose”; dall’altra dice che essere leggeri non significa essere superficiali bensì ESSERE UN PASSO AVANTI RISPETTO A CHI RINCORRE L’ECCESSO.
Esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza; anzi, la leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca”.
La “leggerezza pensosa”, ossia lo stato arioso dei pensieri che sorvolano l’inutile che appesantisce, a volte svela la natura della “frivolezza come pesante e opaca”: si rivela cioè come uno stato che annebbia la fluida lucidità e fa sprofondare nell’incompiutezza, nella confusione, nella sfocatura irresoluta.
(illustrazione di Giulia Rose illustration)