
Il linguaggio pittorico è una proposta per innescare un processo di trasformazione e di arricchimento sia personale-interiore, sia delle relazioni interpersonali e di gruppo.
I dipinti degli Action Artists non volevano ritrarre nessun oggetto ma volevano toccare gli osservatori nel profondo del loro rimosso.
Queste opere informali sono pertanto la negazione di una conoscenza razionale della realtà, ossia diventano la rappresentazione di un universo caotico in cui non è possibile porre alcun ordine razionale.
In tal modo l’esperienza artistica diventa solo testimonianza dell’essere e dell’agire.

Questa attività spontanea è l’azione del pittore, che semplicemente danza o sta in piedi sulle tele lasciando semplicemente cadere il colore dove il rimosso mentale vuole, lasciando cioè, che la parte inconscia della psiche si esprima.
Non si può definire un lavoro bello o brutto, può piacere, può non piacere, fa sentire soddisfatti o meno ma tali polarità esistono in noi: si può cercarne un equilibrio.
Può capitare che il lavoro non piaccia e che non esprima esattamente ciò che esteticamente vorremmo.
Non esiste giudizio, né conformità, né regola estetica alcuna così la persona impara ad accettare le diverse parti di sé a scoprire le diverse sfumature in rapporto ai momenti che vive e attraversa.