“L’artista è a metà tra la società dalla quale non si può staccare e
la bellezza alla quale non può rinunciare.
Camus

Il teatro è luogo per radicarsi nel presente: impossibile correggere la parola detta male o il gesto ambiguo.
È luogo dove i gesti raccontano storie e la voce tratteggia immagini.
L’arte del teatro è arte della relazione, del dialogo, delle identità possibili e mutevoli e quindi è di per sé esperienza formativa.
Gli aspetti terapeutici del teatro sono stati dimostrati lungo la storia a partire dal concetto di catarsi introdotto da Aristotele per esprimere il peculiare effetto che il dramma greco aveva sui suoi spettatori.
Infatti, il termine catarsi deriva dal greco katháirein, “purificare”: la liberazione dell’individuo da una contaminazione che danneggia o corrompe la natura dell’uomo.
Gli esercizi della didattica teatrale sono perciò, un mezzo per accedere ad un’altra dimensione della vita a favore di una esplorazione-costruzione di modalià diverse non solo di pensare, percepire, muoversi, ma anche di interagire, dove le normali regole che orientano le interazioni sociali e comunicative vengono ridefinite.
Questa esperienza investe non solo gli schemi di relazione interpersonale, ma anche il linguaggio, la mente e il corpo.
Dietro ogni esercizio si nascondono i principi, un alfabeto ‘emotivo’ che va imparato a memoria per diventare pienamente padroni di sé.