“Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone”, edito da Solferino è l’ultimo libro della Gruber, un vero e proprio reportage dal fronte della battaglia per il potere femminile. Pubblico questo articolo il giorno della Befana in risposta a quanti ci sbeffeggeranno proprio oggi con insulti soprattutto se si è coraggiose, intelligenti e decise.
Questo libro è un invito per tutte noi e per le giovani a non avere paura del potere e “dopo aver ben studiato il campo di gioco, andate a prendervi ciò che vi spetta. E studiate. Sempre, tutto, un sacco. Il lato positivo dell’intollerabile lassismo di questi tempi è che incontrerete uomini impreparati. Autocompiaciuti. Rilassati. Hanno dalla loro millenni di storia in cui sono stati ascoltati solo in quanto maschi”.
Poi aggiunge: “È evidente, in questi tempi travagliati, che esiste un rapporto diretto tra suprematismo bianco, razzismo e machismo […] ma questa non è una battaglia femminista, come non è un libro contro i maschietti ma di giustizia, di democrazia … Un mondo costruito solo da uomini non può funzionare, anche per molti di loro”.
La sua lunga riflessione nasce dall’incontro con l’allora vicepremier, Matteo Salvini in uno scambio di battute alla vigilia di una puntata di Otto e mezzo e da lì la Gruber parte per un viaggio nel modo sessista e maschilista che ha assediato e insultato la capitana Carola Rakete; delle donne che accusano Trump di molestie.
Continua citando Canan Kaftancioglu, responsabile regionale del Chp, condannata a oltre nove anni di carcere perché alle elezioni ha espresso il suo dissenso contro Erdogan incitando “ha perso e noi abbiamo vinto. Perché sono una donna e i maschi misogini hanno paura delle donne”.
E ancora le calciatrici azzurre (ma non solo) che nonostante l’exploit ai Mondiali non sono considerate professioniste e non godono di nessuno dei diritti (o stipendi) dei loro colleghi maschietti.
Ma le cose devono cambiare e lo dicono i numeri:
il 22% di giovani donne in più, rispetto ai loro coetanei, vivono in estrema povertà.
200 milioni di bambine hanno subito mutilazioni genitali.
39 Nazioni dove la legge ereditaria non è uguale per figli e figlie.
49 paesi dove non esiste una norma sulla violenza domestica.
Mentre ogni tre giorni si piange un femminicidio in Italia.
E ancora, “a chi appartiene il terreno coltivabile sul pianeta? – chiede – Alle donne, per il 13%”, mentre per la FAO se le donne se avessero parità di accesso alle risorse produttive i raccolti potrebbero aumentare di quasi un terzo. Senza contare che il 75% del lavoro mondiale non retribuito è svolto da donne (McKinsey ne calcola il valore in circa 10 trilioni di dollari), mentre le aziende con cda anche femminile contano il 20% in più di profitto.
Se l’intero pianeta accelerasse sulla via verso la parità di genere, nel 2025 la crescita del Pil globale sarebbe di 12 trilioni.
Infine, tre le proposte da mettere in atto subito:
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La tecnologia a servizio delle donne contro la violenza
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Tolleranza zero per la volgarità, sui social come in strada.
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Quote rosa: vere e ovunque.