La fede non è adesione a una verità dello stesso ordine delle esperienze sensibili, ma un cammino verso il non conosciuto, ed è sempre e comunque anche un itinerario umano….. La fede appare anche come una necessità umana, una realtà antropologica fondamentale, la matrice della vita, quella che per i teologi è la «fides qua», la fede con la quale si crede, l’atto con cui l’uomo decide di affidarsi, di aderire, di credere in piena libertà.
Enzo Bianchi, Fede e fiducia, Ed. Einaudi
Come dice Bianchi: «non si può fare a meno neanche dell’atto di credere, da cui possono nascere comunione, fedeltà e amore».
La fede è la ricerca di un senso che orienti la nostra vita indipendentemente dalla loro posizione religiosa.
Il priore di Bose dice che i cristiani hanno una maggiore responsabilità esortandoli ad infondere fiducia negli altri.
Marco Balzano che scrive su Corriere della sera, sostiene che avere fede è più facile che avere fiducia poiché: “La fiducia è un atto sospeso, il cui esito è sempre incerto perché coinvolge l’altro. Senza l’altro, non ha nemmeno senso parlarne”.
Ma fede e fiducia sono la stessa cosa? E come si modifica il significato nel contesto moderno?
ARETMISIA: Le parole hanno una vita indipendente e come un essere vivente si modificano nel tempo. Ciò che possiamo fare è ripercorrere la loro storia partendo dall’etimologia per capirne l’evoluzione.
CAVARADOSSI: L’etimologia è un viaggio affascinante che racconta l’evoluzione di un termine dalla sua radice iniziale, agli incidenti di percorso, agli abusi che se ne fa nel tempo, alle forzature…
ARETMISIA: Allora riflettiamo sulle parole fede e fiducia che sembrano essere la stessa cosa ma secondo il mio parere sono profondamente differenti.
CAVARADOSSI: Fiducia deriva dal latino fides, che significa “riconoscimento dell’affidabilità dell’altro”.
ARETMISIA: dunque indica qualcosa che si conquista nella relazione e che richiede un contatto con l’altro. Possiamo dire che un atto di co-costruzione e in quanto tale assume un significato particolare per ogni singola relazione.
CAVARADOSSI: È molto bello quando ci si può abbandonare alla fiducia come si fa con la fede, ma sono due cose diverse. La fede è un atto assoluto.
ARETMISIA: Sì lo penso anche io perché nel fidarsi dell’altro dobbiamo esporci, dobbiamo condividere, saggiare la lealtà. Soltanto dopo tutto questo daremo fiducia.
CAVARADOSSI: Quindi la fiducia ci dice in che rapporti siamo con le persone …
ARETMISIA: La fiducia ci racconta dell’ intimità che c’è nel rapporto e quando decidiamo di affidarci sentiamo la sicurezza che la persona depositaria della nostra fiducia farà il nostro bene. E tutto ciò è molto soggettivo perché in qualche modo dipende non solo dalla relazione presente, ma dalle esperienze che abbiamo introiettato in passato. In fin dei conti, come ci dicono gli psicologi, la nostra sopravvivenza è dovuta all’aspettativa che il bambino ripone nella madre che tornerà a sfamarlo.
CAVARADOSSI: Il bisogno di fiducia nasce dalla consapevolezza dei nostri limiti. I nostri limiti ci impongono di cercare qualcuno di cui fidarci. Dio, dice Simmel, non ha bisogno di fidarsi perché non ha limiti.
ARETMISIA: Anzi, che la fiducia sia un atto sospeso e la fedo no, lo si capisce dallo smarrimento e dal dolore che causano i tradimenti.
CAVARADOSSI: E infatti, il verbo latino “tradere“, sta per “abbandonare qualcuno“, “consegnarlo altrove“. Un significato negativo e che descrive la solitudine che segue allo spezzarsi di un patto.
ARETMISIA: E oggi? Cosa significa avere fiducia? E come sappiamo se riusciamo a dare e ricevere fiducia se non la mettiamo in discussione almeno una volta nella vita?
CAVARADOSSI: Se la relazione ha un valore importante, ci deve essere fiducia.
ARETMISIA: Sì ma se non metto mai in discussione la relazione, non è più fiducia ma un atto di fede! Attento, non sto dicendo che bisogna tradire, ma come faccio a sapere cos’è bene per me se non metto in discussione?… a me sembra che per alcune coppie sia solo un modo per non guardarsi davvero dentro e ri-costruire il rapporto su ciò che esiste oggi e non su ciò che c’era allora!
CAVARADOSSI: Ma oggi il tradimento non è più visto come una volta. Oggi mi sembra che sia un successo se si sta insieme per tutta la vita …Pensa che si stimano l’80% di esperienze di tradimento intendendo qualunque tipo di esperienza compresa il flirt.
ARETMISIA: Certo ed è anche il maggior motivo di rottura. Ma è un fenomeno che esiste e va preso in considerazione, va studiato perché dice qualcosa non solo delle singole individualità ma della loro relazione, del modo di stare assieme, di comunicare, di soddisfare le aspettative che non sono sempre le stesse perché cambiamo… in tutti gli ambiti …
CAVARADOSSI: Eppure meno la pratichiamo, la fiducia, e più ne sentiamo parlare! Basta ascoltare i media, tutti quanti. Per non parlare del governo che pone continuamente “la fiducia”.
ARETMISIA: La domanda è: siamo sicuri che la fiducia che ci chiedono la politica, la società, la pubblicità, fino ai nostri responsabili, leaders e capi sia veramente fiducia?
CAVARADOSSI: Se si pensa alla fiducia come pratica della conoscenza reciproca e non solo una dimostrazione di potere …
ARETMISIA: Appunto…La fiducia calata dall’alto e pretesa non è altro che un rapporto di forza dove chi la richiede molto spesso non ha l’autorevolezza di una fede. Infatti, in questa richiesta – di fede – non ci viene mai chiesto di agire, se non quando dobbiamo dire sì, quando dobbiamo alzare la mano per votare la fiducia o per dire che anche noi vogliamo quel prodotto.
CAVARADOSSI: Il punto è che questo non è chiedere fiducia ma un atto di fede perché non esiste una fiducia senza l’altro. In fondo fiducia ha una radice che risale alla parola amore, il quale, a meno che non sia per Dio, prevede che ci siano sempre due parti e sullo stesso piano.