Quella benedetta area di confort!

Oltre i legacci che ci trattengono dove non vogliamo più stare

Alex mi chiede di incontrarlo perché vuole cambiare lavoro e vuole fare un BDC_Bilancio di Competenze.

È molto scontento e frustrato non per quello che fa ma per l’ambiente in cui si trova. Ha più di 20 anni di esperienza nel settore IT e gli piace molto ma ultimamente avverte una fatica persistente poiché i rapporti con i colleghi e il capo sono davvero deteriorati. Si fa fatica a comunicare, non ci sono tempistiche chiare e neppure i ruoli lo sono.

E’ davvero arrabbiato perché ora che si sente di aver acquisito una certa esperienza e potrebbe lavorare con serenità, deve rimettersi in moto per cercare qualcosa di più soddisfacente.

E’ chiaro che Alex viva una conflittualità interna: da una parte è arrabbiato e dice di voler cambiare, dall’altra ha paura di rimettersi in gioco poiché non è più giovane.

“ Sono stanco e dispiaciuto. In realtà sono molto arrabbiato perché in questo progetto ci avevo investito tanto. All’inizio mi sembrava di giocare perché questo è il lavoro per cui ho studiato e l’ho sempre fatto con grande passione. Il problema è che negli ultimi anni mi si chiede di fare sempre di più senza che ci siano tempi programmati. Tutti vogliono tutto e subito e io non lo accetto più. Non accetto più neppure di fare tante ore di straordinario. Prima era abbastanza normale ma da quando ho messo su famiglia è diventato tutto troppo difficile da gestire. E poi non sono più un giovinastro di 20 anni! Mica è così scontato per un quarantenne trovare lavoro con i tempi che corrono! Insomma io ho dato tutto quello che potevo dare e ne sono contento. Ora che ne ho bisogno vorrei che almeno mi ascoltassero e che si trovasse una soluzione ma vedo che non c’è nulla da fare. Ormai ho capito come funziona là dentro … forse sono io che mi devo dare una mossa!”

Prima di intraprendere il BDC ho cercato di comprendere meglio quella sua polarità così evidente perché come dico io, non è tanto importante il fatto di lasciare il lavoro ma come lo si lascia. Andarsene con residui di rancore non è salutare e non lo è neppure in vista di scelte future.

Perciò ho chiesto ad Alex se di prima di fare il punto della situazione sulle competenze riteneva opportuno esplorare un po’ meglio le sue polarità.

Per fare ciò gli ho chiesto di immaginare queste due parti proprio come due personaggi di un film che dialogano tra di loro. Ne è uscito un confronto interessante tra AlexBrontolo e AlexCucciolo

 

AlexBrontolo: Basta! È ora di cambiare. Non vedi che ti lamenti sempre e non risolvi nulla?

AlexCucciolo: Io ho paura! E se poi non riesco a trovare nulla di interessante? Se mi toccherà di ripiegare sul primo lavoro che mi offrono? E poi il mutuo???

AlexBrontolo: Sei un impiastro. Se non fosse per te me ne sarei già andato da un bel pezzo e chi se ne frega del lavoro che trovo… un lavoro è un lavoro!

AlexCucciolo: Lo sai benissimo che non è così. Tu ami il tuo lavoro e sei anche bravo. Bisogna aspettare prima di fare il passo più lungo della gamba…non sai neppure se le tue competenze possano essere rigiocate da un’altra parte….

Il dialogo si è svolto più o meno in questo modo facendo emergere la funzione di queste due parti e alla fine Alex ha capito che ciascuna di loro aveva un valore nel tenerlo ancorato nella sua zona di confort.

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Infatti è stato solo dopo averle considerate entrambe e averne compreso il valore rimuovendo tutto quello che risultava misterioso che abbiamo potuto passare alla fase di Bilancio delle Competenze.

E a questo punto abbiamo lavorato su quattro domande importanti che ci sono servite per iniziare il percorso:

 

  1. QUALI SONO LE MIE UNICITÀ COME PROFESSIONISTA DEL MIO SETTORE?
  2. QUALI COMPETENZE MI RICONOSCO?
  3. QUALI SONO I VALORI CHE MI GUIDANO? (ALMENO 3)
  4. COME TRADUCO QUESTI VALORI IN COMPORTAMENTI NEL MIO LAVORO?

 

… e tu sai rispondere a queste domande? Se sì allora sei allineato/a e consapevole. Da questa posizione puoi sicuramente prendere la forza che ti serve per affrontare le tue giornate lavorative la presenza e sicurezza!

E ricorda che o si lavora con amore o non funziona. Perciò ci sono solo due alternative o fare ciò che si ama o imparare ad amare ciò che si fa!

 

 

 

Pubblicato da Dott.ssa Anna Perna

Formatrice ad approccio umanistico filosofico e Gestalt Counselor. Umanista convinta, mi occupo da oltre 15 anni di apprendimento continuo, di sviluppo della persona e delle comunità. Sono appassionata d'arte e di viaggi e per questo sempre in cammino.

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