Le parole sono concrete quanto i gesti. C’è chi pensa di potersi comportare come meglio vuole e dire ciò che sente senza troppi filtri. Nel nostro mondo “il fine giustifica i mezzi” è il motto peggio interpretato di sempre.
Eppure ci sono persone che scelgono
la compostezza e l’equilibrio.
Non perché gli stati emotivi non siano importanti ma perché
l’umanità è quel filo sottile tra ragione e sentimento.
Per noi umani è sempre stato fondamentale l’utilizzo del linguaggio parlato oltre che quello dei gesti e dei segni. Tutto ciò che caratterizza una persona – dal modo di vestire, al modo di mangiare, dai libri che legge, i film che guarda, la musica che ascolta, i comportamenti che adotta … – tutto dipende da una questione di stile personale.
Esiste una coerenza interna a ciascuno di noi che ci fa agire in un certo modo e che racconta al mondo chi siamo e dove stiamo andando.
Esistono poi tutte quelle piccole o grandi incoerenze che altrettanto ci descrivono lati che difficilmente potremmo conoscere sia di noi stessi che degli altri se non attraverso l’incontro.
Io sono convinta che ciascuno di noi, prima o poi, in modo consapevole o inconsapevole, scelga che tipo di persona essere o diventare.
Ecco perché certi modi di fare o non fare, certe risposte o non risposte sono appropriate per qualcuno e per altri no.
Questo implica la capacità di autodeterminarsi al di là della storia personale che ci ha preceduto, attraverso una consapevolezza della partenza e una straordinaria spinta verso un progetto futuro.
Chi sono e chi sarò a partire da ciò che possiedo oggi in termini di pensieri, emozioni, sentimenti, valori è un viaggio per lasciar traccia del nostro passaggio in questa esistenza.