Il NO! dei piccoli

… verso l’affermazione di sé nel mondo

 

I bambini attorno ai due anni attraversano una fase di negazione in cui dicono no a tutto, per principio e senza scendere troppo nei dettagli.

IN QUESTO MODO RIAFFERMANO LA LORO IDENTITÀ.

Scoprire l’esistenza del NO e le sue implicazioni è un grande evento per i bambini, perché si rendono conto che hanno il diritto di decidere della propria vita, anche se inizialmente si tratta solo di piccole decisioni.

Accanto ai loro “no” i bambini  iniziano a dire “io” e a sentirsi davvero una persona nella loro piccola autonomia. E’ uno dei motivi per cui i primi NO sono rivolti soprattutto alla madre: da una parte per affermarsi,  dall’ altra per confermare di essere comunque amati. Il no diventa come una bacchetta magica che mette alla prova chi sta attorno a loro.

Allora il problema è come affrontare queste piccole ribellioni.

Più il genitore riesce a portare pazienza e ad assumere un atteggiamento flessibile, più questa fase provocatoria diminuirà di intensità e lascerà spazio ad un Io forte e sicuro. È un buon allenamento alla propria capacità assertiva ed una risposta normativa ad un comportamento che è spesso un modo per attirare l’attenzione.

In questo modo il bambino svilupperà un buon  equilibrio tra i suoi desideri e le regole della vita sociale.

Il genitore che si oppone rischia di intensificare il comportamento ribelle che continuerà a vivere le regole sociali come delle castrazioni, facendo di tutto per non osservarle; oppure, rischia di inibire la sua espressione condizionando il comportamento verso un bambino “obbediente” ma senza carattere né identità.

E allora cosa fare?

Utilizzare un frasario del tipo: “Ora non vuoi? Va bene, lo fai dopo”.   Oppure si può dire: “Lo facciamo insieme,  ti aiuto”.

L’importante è che la richiesta venga eseguita.

Il bambino che esagera e diventa ostile o arrabbiato non va umiliato!

La punizione di per sé non serve a nulla se poi non si prevede la possibilità di riparare ai comportamenti scorretti in modo da alleviare il senso di colpa conseguente.

Importante, inoltre,è  la coerenza tra ciò che si preannuncia e ciò che si fa. I bambini mettono continuamente alla prova i genitori e i continui comportamenti irritanti possono farli cedere.

Quando le reazioni sono molto intense, esagerate e non si placano con il tempo, è consigliabile, comunque, consultare un esperto per trovare le strategie adatte alla capacità del bambino di tollerare la frustrazione.

 

Pubblicato da Dott.ssa Anna Perna

Formatrice ad approccio umanistico filosofico e Gestalt Counselor. Umanista convinta, mi occupo da oltre 15 anni di apprendimento continuo, di sviluppo della persona e delle comunità. Sono appassionata d'arte e di viaggi e per questo sempre in cammino.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Nemesys

Il mio modo di esserci

Il Diario di LaMeLa777

La mia vita qualunque!

nonsolobiancoenero

La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi (Danny Kaye)

Ontologia, psicoanalisi, logica. Personale docente Università degli studi di Verona

Logica, filosofia della scienza. Psicoanalisi clinico didattica.

La psicoanalista rinascimentale

Storie di follia ordinaria

Sicilia

Il nostro viaggio d'istruzione

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: