Genesi di uno stato d’animo
Quante volte ci viene detto che è meglio non avere aspettative? Ormai lo dicono tutti i guru che si occupano di insegnarci come vivere.
In effetti eliminare questi fastidiosissimi pensieri ci toglierebbe da una serie di inutili ansie sia nel lavoro che nella vita privata. Ma non è così semplice. Perché in qualsiasi modo ed intensità, inevitabilmente ci misuriamo con esse.
Le aspettative, dunque, esistono.
Hanno una genesi precisa e solitamente definiscono il rapporto stesso con la realtà.
Aspettiamo nella misura in cui entriamo in relazione con qualcosa.
Mi aspetto di prendere quel benedetto treno che per colpa del meteo ritarda.
Mi aspetto di ricevere quella mail che risponderà alla mia richiesta di lavoro. Mi aspetto una promozione dopo tanto impegno e anni di dedizione. Mi aspetto di superare un esame perché ho dato il massimo di me.
Mi aspetto che il giorno del compleanno qualcuno mi faccia gli auguri…
Ma se esistono, siamo così sicuri che siano da considerarsi come un brutto scherzo della mente?
Se è vero che le aspettative generano spesso sentimenti l’ansia e delusione, è altrettanto vero che possono essere fonte di enorme gioia come nel caso della nascita di un bimbo, di una promozione, una promessa mantenuta.
Le aspettative dunque, fanno parte della vita e dei rapporti.
Anzi mi verrebbe da dire che siano parte stessa della natura di un rapporto. Questo per sottolineare che le relazioni si costruiscono sulla base di tacite promesse, reciproci impegni, quindi aspettative.
Non è un caso che in molte società mantenere la parola data diventa un valore, un punto d’orgoglio, ciò che definisce una persona degna di fiducia.
Se pensiamo anche all’altro mentre agiamo, sappiamo bene che le nostre parole e i comportamenti generano aspettative e vice versa. Lo possiamo immaginare mettendoci nei panni di un cliente che aspetta la risoluzione di un problema. Lo possiamo prevedere se fissiamo un banalissimo appuntamento.
Le aspettative si fondano sulla storia di ieri ci proiettano nel futuro. E se è vero che, come sostiene qualcuno, diventiamo ‘custodi ‘ dei sentimenti passati, è ugualmente vero che i rapporti si nutrono di ciò che avviene oggi e che verrà domani.
Forse non sono le aspettative quelle da evitare ma l’eccessivo carico emotivo che spendiamo attorno ad esse.
Forse è da mettere in discussione un oramai diffuso modo di intendere gli impegni che decidiamo di assumerci nei confronti delle cose e delle persone.
Quindi, dovremmo riconsiderare il fatto che l’impegno non è un limite alla nostra libertà ma una scelta che determina la nostra libertà.