Vi è mai capitato di osservare un bambino mentre gioca? Avete mai avuto la sensazione che facendo qualcosa il tempo volasse via?
Se ci fermiamo a guardare un musicista che suona, un tennista o un chirurgo che opera, possiamo notare una condizione di grazia che li accomuna.
Esiste una caratteristica per tutte le persone creative e Csíkszentmihályi lo definisce stato di “flow”.

Questa condizione è uno stato di coscienza quasi automatico, scevro da ogni sforzo, se pur associato a un elevata concentrazione. È simile ad un vero e proprio rapimento in cui viviamo intensamente un’attività con pienezza e divertimento.
Questa esperienza è stata descritta dalle persone intervistate allo stesso modo, indipendentemente dall’attività che si compie. Riguarda atleti, artisti, mistici, scienziati, comuni lavoratori e lavoratrici che descrivono le loro esperienze in termini gratificanti utilizzando parole molto simili. È indipendente dalla cultura, dal sesso, dall’età, dalla condizione sociale e dal gender.
Essa dipende invece da 9 condizioni principali descritte nel libro “Creatività”:
1. Nel flow gli obiettivi sono molto chiari in ogni fase del percorso e le persone sanno sempre quel che occorre fare.
2. C’è un immediato feedback in relazione alle proprie azioni. I musicisti, gli artisti e tutte le persone sanno subito ciò che stanno facendo e possono aggiustare il tiro.
3. Esiste un equilibrio tra sfide e abilità. Quando entriamo in questo stato percepiamo che le attività sono adeguate alle nostre potenzialità. In un gioco davvero divertente si verifica quella linea sottile di equilibrio che divide la noia dall’ansia.
4. Nel flow la nostra concentrazione è immersa totalmente su quello che stiamo facendo. Quando ci troviamo in questa condizione è come se il resto del mondo non esistesse.
5. Nello stato di flow siamo consapevoli solo di ciò che è rilevante qui e ora perché siamo intensamente concentrati sull’attività presente. Una delle conseguenze è la libertà dalle paure persistenti che causano ansia e depressione.
6. In queste condizioni siamo così rapiti da ciò che stiamo facendo che non esiste nessuna preoccupazione del fallimento.
7. Non ci interessa più quello che pensano le persone, non siamo preoccupati di fare buona impressione. Significa che la nostra mente non è occupata a proteggere l’ego ma pienamente assorbita nell’attività. Paradossalmente il se’ si espande attraverso azioni che ne impongono l’oblio.
8. Il tempo sembra distorcersi. Il tempo dell’orologio non corrisponde più alla durata percepita del tempo stesso.
9. L’attività diventa autotelica cioè fine a se stessa. È il contrario della maggior parte delle attività che viviamo nella vita quotidiana le quali sono mosse da qualche obiettivo: denaro, riconoscimenti, avanzamento di status, potere ecc.

Per trovare lo stato di flow abbiamo due strade. Una è aumentare la sfida quando l’attività è troppo semplice. Se le nostre competenze sono adeguate sentiamo di possedere il controllo della situazione e ci divertiamo a puntare più in alto. Come l’atleta che alza l’asticella, il tennista che cerca il colpo ad effetto, l’artista che sperimenta una nuova tecnica, il lettore che non spegne mai la luce e me in questo momento che non riesco a smettere di scrivere.
L’altro modo per raggiungere il flow è imparare nuove competenze. Questo ci permette di passare dall’ansia di non essere all’altezza all’eccitazione che ci generano sfide che non sono subito alla nostra portata. E con più la richiesta di nuove competenze aumenta, tanto più ci troviamo nello stato di flow. Così avviene alla persona che vuole imparare una nuova lingua o a chi vuole visitare paesi con difficoltà sempre maggiori per essere visitati.

Cosa succederebbe se introducessimo lo stato del flow della nostra vita? Probabilmente saremmo tutti più felici.
Quando ci divertiamo e ci sentiamo appagati, viviamo un senso di pienezza e la percezione è che nessun momento sia sprecato perché tutto ciò che facciamo merita di essere perseguito.
Il flow è quello stato di grazia che raggiungiamo quando usiamo i nostri talenti o ne scopriamo dei nuovi, quando usciamo dagli schemi e diventiamo creativi. Chi vive il flow non ha bisogno di gratificazioni esterne né di successo immediato.
Ci sono persone che cercano il piacere tramite attività facili come il sesso, la violenza o la prevaricazione perché queste attività sono in linea con le strategie di sopravvivenza sedimentate nella nostra struttura fisiologica. Le persone creative invece, provano gioia e un profondo interesse nel manipolare sistemi simbolici come la matematica, la musica, le arti, la scienza cioè tutte quelle attività caratterizzate dalla complessità.
Flow e creatività sono un modo per rendere la nostra vita unica e gratificante e utile per gli altri.
Perché alla fine è la condivisione delle risorse che rende questo mondo migliore.

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Riferimento
Andreula N., Sprothen V., Flow Generation, Daimonriver
Csíkszentmihályi M., Creatività. Il flow e la psicologia della scoperta e dell’innovazione, Roi Edizioni 2022