Cara/o te,
ragazza/o del 2000, che guardi con gli occhi spalancati e ti chiedi intimamente cosa ne sarà del nuovo anno. Certo non lo ammetterai mai perché hai imparato ad essere una cinica/o nichilista, ma io so che dentro di te esiste il fuoco. È l’inevitabile calore dei vent’anni. Dico proprio a te che non conosco e con cui voglio iniziare questo nuovo anno.
Con te che vieni descritta/o senza desideri né speranze. A te che la società ha rubato il futuro. A te che neppure le terapie e gli psicoterapeuti riescono più a farti uscire dalla tua costante depressione. Perché se una volta questa malattia era legata al senso di colpa per qualcosa che si era commesso o si pensava di aver commesso, oggi la causa dipende dal costante senso di inadeguatezza rispetto ai modelli che ti vogliono a tutti i costi “in gamba” e “sul pezzo” rispetto a parametri del mercato. Mica i tuoi!
E allora sono sempre più convinta che quelli come me, che hanno scelto l’introspezione come professione, possono esserti d’aiuto solo se ti accompagnano non ad omologarti, ma se ascoltandoti ti sostengono nel tuo cammino verso la realizzazione di te stessa/o e dei tuoi desideri.
Perché non è vero che i tuoi sogni non si possono realizzare! Tu ci hai creduto perché te lo hanno detto in tutti i modi da quando sei nata/o. E tu per ingenuità o per pigrizia, hai preferito crederci piuttosto che voltare le spalle ribellandoti.
Voglio parlare con te che dici di non avere soldi intasca ma ti ritrovi un iPad da 1000 euro, quando ce ne vorrebbero circa la metà per intraprendere un cammino per realizzare i tuoi sogni, sempre che tu sia disposta/o a lottare per loro!
Non ti riempirò le orecchie di buoni consigli perché la mia esperienza non conta nulla. L’unica che vale veramente è quella che fai e farai vivendo.

Ti farò solo domande che ti sembreranno talvolta banali, a volte scontate a volte inutili, ma che ti chiedo di ascoltare e di pensarci.
Ma tu γνῶθι σαυτόν?
E ti prometto che se riponderai onestamente, non dico che realizzerai la tua Itaca, ma troverai la rotta precisa per andarci in contro.
E ti dico anche perché lo voglio fare. Perché fa stare bene anche me. Perché vedendo te che realizzi i tuoi sogni io realizzo i miei dando un senso alla mia di esistenza. Io che ho nelle orecchie quel “γνῶθι σαυτόν” – conosci te stesso – da quando andavo al liceo e che ho iniziato a capirci qualcosa solo oggi che ho più di quarant’anni e ancora lo inseguo. E che, scommettendo su di te, forse lo realizzerò. E allora la mia paura dell’oblio, di essere passata come una meteora che brilla solo per 10 secondi finendo nel nulla, si placherà lasciando il posto alla serenità interiore che provo ricordando gli occhi di Federico, Dina, Lorenzo, Andrea, Federica, Elisa, Riccardo e di tutte le ragazze e i ragazzi che mi hanno cercata per sostenerli come un’allenatrice delle loro anime.
Ti sto scrivendo per questo, perché nella proiezione verso l’infinito che significa questa lettera spero che continuerai ad addormentarti con un sorriso ogni giorno, grazie agli amici che hai, quelli veri, alla pigrizia che hai superato per continuare a lottare per ciò che vuoi, per le tue passioni, che spero tu non abbia abbandonato perché ti hanno detto che sono inutili.
Non dimenticare che i progetti hanno bisogno di tempo, che le persone hanno bisogno di tempo, che il lavoro ha bisogno di tempo. Sei tu a dominare il tuo tempo, e non il contrario. Gestiscilo tu e dagli un senso, lascia che il tempo parli, lascia che i momenti riempiano gli orologi della tua storia e fai di ogni momento la tua meraviglia.
Ti lascio con un’ultima considerazione.
Ti auguro di crescere senza omologarti e senza perderti nel cammino. Mi piacerebbe che tu rafforzassi la convinzione per cui ci sono sogni che valgono la pena di essere solo sognati ed altri che vale la pena di immaginarli, desiderarli, progettarli per viverli con coraggio.
Perché qui e ora è il momento per progettare il tuo futuro!