Creatività: il tempo misterioso della gestazione

Mi sono spesso chiesta perché la nostra epoca sembra così poco prolifera di scoperte creative.

A parte qualche caso nelle nuove tecnologie e nelle A.I. c’è la sensazione che manchi qualcosa.

Le canzoni sono tutte uguali,  le opere d’arte ripetitive, quando esce una scoperta scientifica fa grande clamore. Eppure la creatività è una componente umana.

Una spiegazione la possiamo trovare nei nostri stili di vita frenetici e iperconnessi, che non consentono di stacca la spina. Nonostante le capacità, l’impegno, le conoscenze e alcuni tratti di personalità, esiste un’altra componente necessaria affinché possa nascere un’idea nuova.

Gli esperti parlano di un tempo misterioso, in cui l’incubazione dell’idea avviene in condizioni del tutto oscure e difficilmente analizzabili.

Dalle interviste fatte ad un campione di creativi  (p.124),  tutti concordavano sull’importanza di lasciar decantare i problemi al di sotto della soglia di coscienza almeno per un po’. Tutti parlano del concedersi momenti di inattività, perché se le persone si sentono sempre occupate i loro pensieri rischiano di trasformarsi in banali e prevedibili.

Quindi, per generare nuove idee è importante concedere alla mente di autogenerare delle connessioni, senza subire l’influenza di distrazioni esterne. Non è un caso che molte persone creative si concedano momenti per far vagare la mente senza una meta precisa, lontano dalle distrazioni con altre persone o da ogni sorta di media. Molti creativi prediligono momenti di ozio e passano tante ore dormendo.

In termini generali sembra che tanto più profonda si rivelerà la rivoluzione innescata dalla novità, quanto più sarà temporaneamente estesa l’incubazione sotto la soglia della coscienza. Tuttavia questa affermazione è difficilmente verificabile perché difficilmente si  potrà sapere quanto sia stata estesa l’incubazione della teoria della relatività di Einstein piuttosto che la quinta sinfonia di Beethoven.

Il tempo della contemplazione

Le teorie psicanalitiche freudiane parlano della curiosità  alla base del processo creativo come la sublimazione della fonte libidica, la possibilità cioè  di venire a patti senza censura ad un conflitto profondo.  Le teorie cognitive sostengono invece che le idee, una volta svincolate dalla linearità  propria della coscienza, vengano rimaneggiate in base ad associazioni che si combinano in un modo apparentemente irrilevante.

Possiamo dire che le idee nuove sono una combinazione dell’interiorizzazione del dominio e dell’ambiente sociale – che danno forma e controllo – e la disposizione a mettere in discussione tutto il sapere per creare qualcosa di nuovo.

L’insight  sì verifica quando una relazione inconscia tra le idee si rivela talmente adeguata da emergere necessariamente al di sopra della soglia della consapevolezza (p.131)

Ma l’insight  non è sufficiente perché il 99% delle buone idee nasce dal lavoro che avviene dopo, attraverso quattro condizioni:

1.  È importante rendersi conto di quanto sia davvero nuova l’idea senza innamorarsene troppo.

2.  È importante prestare attenzione ai propri obiettivi e alle proprie percezioni per stabilire se il lavoro ha senso.

3.  È fondamentale la conoscenza del dominio.

4.  Infine, è importante richiedere un feedback ai colleghi esperti di quel campo.

Personalmente credo che ci sia un’altra componente importante e cioè la curiosità di esplorare altri domini. Uno scienziato potrebbe trarre idee perché ascolta un concerto o perché ha visto una mostra. Non è un caso infatti, che molti di essi siano anche ottimi musicisti.

La mente rielabora e combina tutto ciò di cui facciamo esperienza ecco perché la cultura è un ingrediente necessario.

Il lavoro della creatività non si conclude mai perché il coinvolgimento è così profondo e l’attenzione così focalizzata che tutto diventa una avventura entusiasmante e divertente.

Le persone creative, nonostante la fortuna di fare ciò che amano, provengono spesso da umili origini e hanno costruito la loro carriera con impegno e determinazione

Quest’ultimo messaggio è importantissimo perché ci fa capire che la creatività non è caratteristica di un élite ma è alla portata di ciascuno di noi.

Se trovi interessante questo articolo e vuoi coltivare la tua creatività contattami per avere una consulenza personalizzata anche online.

Riferimenti

Csíkszentmihályi M., Creatività. Il flow e la psicologia della scoperta e dell’innovazione, Roi Edizioni 2022

Pubblicato da Dott.ssa Anna Perna

Formatrice ad approccio umanistico esistenziale e Counselor Professionista Supervisore. Mi occupo da oltre 20 anni di apprendimento continuo, di sviluppo della persona e delle comunità. Sono appassionata d'arte e di viaggi e per questo sempre in cammino.

Lascia un commento

Nemesys

Il mio modo di esserci

Il Diario di LaMeLa777

La mia vita qualunque!

nonsolobiancoenero

La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi (Danny Kaye)

Ontologia Psicoanalisi Logica

Logica, filosofia della scienza. Psicoanalisi clinica didattica. Università degli studi di Padova.

La psicoanalista rinascimentale

Storie di follia ordinaria

Sicilia

Il nostro viaggio d'istruzione