Dall’alto

Questo viaggio è come tutti i viaggi una scoperta, l’incontro con l’inatteso, l’arresa alla meraviglia. E per farlo non basta programmare il percorso sui luoghi conosciuti o avventurarsi in quelli già battuti. E’ il desiderio di cogliere un segreto sussurrato e tramandato nel linguaggio comune che lega le civiltà come un intreccio di radici sotterranee.

La Giordania è un crocevia tra passato e presente dove il tempo non segue una linea ma ritorna su se stesso come quando arrivi al Tesoro di Petra dal lungo canyon. In questo punto sembra di attraversare uno Stargate che porta al tempo dei Nabatei. Per guardare l’antica città bisogna salire sul crinale lasciandosi rapire dal panorama. È il rosso della roccia, la polvere della terra e il respiro dei cammelli. Un condensato di immagini iconiche e colori e atmosfere che provocano in chi le guarda la suggestione dei paesaggi mediorientali.

Gli edifici scolpiti nella roccia raccontano di una competenza raffinata per i mezzi di allora ma anche di un tempo molto lungo per costruirli così enormi e in luoghi impervi. Come il maestoso Monastero che per raggiungere bisogna fare 850 gradini e che ho fatto sul dorso di una giovane mula di nome Shakira.

Ma la traccia di questo passaggio tra presente e passato si trova anche nella letteratura e principalmente nella poesia dove i versi si riferiscono all’universale custodito in ciascuno di noi.

Nel suo poema dedicato a Petra – Petra: The Concealed Rose – il poeta giordano Amǧad NĀṢIR descrive le tradizioni con la distanza di chi è stato a lungo in esilio.

La parola è d’argento
la poesia è d’oro
le donne sono il tintinnio di entrambi i
metalli
e le poesie
saranno la nostra lingua d’ora in poi,
cominciamole quindi senza metafore o abbellimenti,
guardiamo gli esseri viventi che ci circondano con somma venerazione.
Che sia il canto celebrazione della felicità
e delle gioie note ai pastori
dei quali
le melodie e l’odore delle ascelle
si sparpagliarono fra i rami e l’erba secca
quando partirono per non fare più ritorno.

 
الكلامُ فضَّة والشِّعر ذهَبٌ
والنساءُ رنينُ المعدنين
والقصائد لغتُنا من الآن فصاعداً،
لنبدأها إذن دونما استعارات أو تهويلٍ
ولننظرْ إلى الأشياء الحيَّةِ بيننا
بكثيرٍ من التبجيل.
وليكن النشيد احتفالاً بالرّضا
والمسرّات المقتصرة على الرّعاة
نأولئك الذي
تبعثرت ألحانُهم ورائحةُ آباطهم
ببين الشعاب والهشيم السائ
.ومضوا

Nonostante le sue opere siano per lo più di denuncia politica, ciò che mi affascina è la saggezza della contaminazione che ben custodisce il passato per aprirsi al tempo attuale. Attraverso un linguaggio moderno, Nāṣir svela le contraddizioni della cultura patriarcale giordana, liberando la poesia dalle strutture arcaiche per abbracciare elementi esistenzialisti e sufi.

Il primo verso “La parola è d’argento la poesia è d’oro” fa riferimento al proverbio “se la parola è d’argento, il silenzio è d’oro, dove il silenzio viene sostituito dalla poesia perché per ascoltare quest’ ultima è necessario fare spazio. Le portatrici del messaggio sono le donne, con quel “tintinnio” che ci invita ad osservare tutte le creature “con somma venerazione”.

La poesia come preghiera laica fa planare le anime invitandoci a coglierne la complessità dall’alto. La montagna diventa metafora di sfida e solitudine, di ascesi mistica e di conoscenza da cui osservare il mondo rimanendo ancorati alla vita di ogni giorno con i suoi ostacoli da riappacificare prima di giungere alla “cima”.

E dall’alto, guardando l’universo e il cielo stellato del Wadi Rum si riesce finalmente a collocare le cose nella giusta prospettiva. Non è un caso se il magnifico deserto della Luna è stato impiegato per tante ambientazioni filmiche su altri pianeti.

Qui mentre l’umano viene inghiottito nell’immenso, l’orizzonte ti cambia la prospettiva. Ci pensano le distanze e la vastità a ridimensionare le nostre piccole commedie e tragedie quotidiane. E con la quiete nel cuore e la leggerezza dello spirito anche le priorità della vita assumono un’altra luce e nuovi significati.

Non mi piace dare consigli ma credo che tutti dovrebbero viaggiare perchè nel cammino ci si riconcilia con se stessi e l’Universo!

Riferimento

L’articolo è stato ispirato dal mio recente viaggio e dalla lettura del testo di Annamaria Bianco, La letteratura giordana contemporanea fra innovazione e tradizione: Amǧad Nāṣir e i suoi deserti urbani di poesia, Studi Magrebini, Nuova Serie Volume XVI, 2018

Se vuoi approfondire questi temi scrivimi. Se lo ritieni utile puoi condividere l’articolo sui tuoi canali.

Grazie per il tuo tempo!

Pubblicato da Dott.ssa Anna Perna

Formatrice ad approccio umanistico esistenziale e Counselor Professionista Supervisore. Mi occupo da oltre 20 anni di apprendimento continuo, di sviluppo della persona e delle comunità. Sono appassionata d'arte e di viaggi e per questo sempre in cammino.

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