Bussole, perle e rosari

Dedico questo articolo ai miei allievi e alle persone che mi hanno scelta per intraprendere un percorso di crescita e autoconsapevolezza. Nei nostri incontri parliamo di come trovare un modo per tranquillizzarsi e rassicurarsi attraverso l’accettazione di sé e la valorizzazione della propria persona.

Quello che segue è il risultato di un’ esplorazione che ho iniziato a fare tanto tempo fa con i miei punti di riferimento: maestri, counselor, coach, analisti e tutte le persone che ho incontrato e che mi hanno lasciato qualcosa di importante, comprese quelle che mi hanno creato degli ostacoli.

È grazie a loro se oggi mi sento più confidente verso me stessa e più a mio agio nell’affrontare la vita. Ed è quello che auguro a tutti perché ciascuno di noi ha un cammino diverso dagli altri, fatto di gioie, dolori, rinunce e soddisfazioni. E tutti noi possiamo darci una direzione!

Bussole

Faccio parte di quella generazione che è stata abituata a rimboccarsi le maniche e a dedicare tutte le sue energie in qualcosa di utile. E siccome non ho una famiglia tradizionale e dei figli, mi sono dedicata al lavoro e alle mie passioni. Il mio percorso è stato davvero formativo e qualsiasi cosa io abbia fatto, anche come hobby, doveva sempre ricadere nella categoria dell utilità.

Anche i libri, la crescita personale, la formazione teatrale, i corsi di scrittura e via dicendo. Tutto doveva essere utile. Non sono certo una persona che riesce ad obbligarsi nel fare qualcosa per forza. Le costrizioni mi stanno strette come corsetti e i comandi pure. Ma questa fissazione per l’utilità l’ho sempre avuta.

Diciamo che più crescevo, più mi formavo, più cercavo di unire l’utile al dilettevole. E infatti ho scelto un lavoro che mi piace e che mi rispecchia. Ma io chi sono? Che persona sono? E che persona voglio diventare?

              Nella nostra società il rischio di identificarsi con la propria professione è molto alto perché il lavoro ha un ruolo centrale. Non solo in termini di organizzazione della vita quotidiana ma anche nel significato che diamo all’impiego del nostro tempo e nella costruzione della nostra identità. Spesso questo diventa un problema soprattutto per chi non riesce a trovare il suo posto nel mondo del lavoro nonostante la formazione o per chi ne esce. Per non parlare dell’autonomia economica che possiamo raggiungere solo attraverso di esso.

Il rischio è dunque un appiattimento e una sovrapposizione tra sé personale e professionale.

Quando tratto il tema delle priorità non mi limito a quelle lavorative. Credo che queste debbano essere inserite in un’ottica più ampia altrimenti rischiamo di fare come quelli che nel disegno dei volti e del calice, si fissano soltanto su una delle due con inevitabili conseguenze.

Dunque, quando parlo di priorità mi riferisco alle diverse dimensioni dell’esistenza, dove c’è sì il lavoro ma esistono anche la famiglia, gli hobby, la crescita personale, la cura di sé, la salute, le amicizie, le relazioni sociali, il volontariato, i viaggi, l’amore e la spiritualità.

Non sto dicendo di non essere ambiziosi piuttosto che non esiste soltanto un’ambizione verticale che ci fa salire sempre più in alto. Per quanto mi riguarda credo di sentirmi più a mio agio in un’ambizione orizzontale che non ha come obiettivo la carriera ma l’esperienza[1].

Quindi mi chiedo se sia possibile che persone pensanti non si sappiano immaginare al di là dei ruoli stereotipati dati dalla società. Eppure, possiamo essere uno, nessuno e centomila ed è per questo che ritengo interessante considerare diverse ipotesi di sé.

Per fare questo ho costruito una bussola che mi aiuta a connettermi al mio sé profondo e che mi proietta nel divenire. Ci sono alcuni punti cardinali: la curiosità per scoprire il mondo, il sorriso per conoscere le persone, l’intuito per navigare a vista se c’è nebbia, la forza per essere me stessa, la creatività per vedere il mondo con gli occhi della meraviglia.

Rispetto a quando ero adolescente riesco a vedere bene le mie qualità. Ma vedo anche i miei limiti. Non quei miglioramenti che tutti possiamo fare, dico proprio i limiti. Perché sono proprio questi limiti che ci definiscono. Quei confini necessari e senza i quali saremmo un umanoide senza vissuto.

Orgogliosa, vanitosa, testarda, impulsiva. Potrei lavorare su di me per mille anni ma ci sono tratti che proprio non c’è modo di abbandonare. Quando ero piccola mi definivano timida al contrario di mia sorella più piccola che era socievole. Non che io non lo fossi ma ho sempre prediletto le relazioni intime e le attività in cui non dovessi espormi troppo.

Questa mia timidezza l’ho decisamente superata anche se rimango una persona riservata e selettiva. Questa cosa di selezionare probabilmente dipende dal fatto che una parte di me è pigra. E siccome voglio fare le cose con cura e creatività altrimenti mi annoio, ho capito che alla lunga vado in debito di energie.

Come già detto mi ritengo abbastanza coraggiosa. Esco sovente dall’area confortevole e ci ritorno altrettanto volentieri quando posso, perché l’ho costruita nel tempo con tanta cura e cambiarla totalmente mi sembrerebbe uno spreco inutile. So che possiedo del potenziale inespresso e sono curiosa di vedere dove mi porterà. Per quanto riguarda questo punto, visto che la bussola a ce l’ho, mi riservo di procedere passo dopo passo senza interrogarmi troppo, per lasciar spazio all’imprevisto e alla meraviglia.

Perle

Ho sempre amato le perle. La mia tata ne possedeva una lunga lunga che mi ha regalato e che porto sempre con orgoglio. Le adoro perché sono preziose e vive al contrario delle pietre dure. Mi piacciono soprattutto perché si formano grazie ad un minuscolo oggetto “irritante” che entra in contatto con i tessuti molli del mollusco che reagisce per difendersi dando appunto vita alla perla. Qualcosa di prezioso ma non facilmente accessibile.

Sono una donna in cammino con qualche timore e qualche certezza. Mi esprimo attraverso l’immaginazione, la curiosità e l’amore per la conoscenza. Sono particolarmente portata per le relazioni intime e per comprendere empaticamente le persone.

Cerco di vivere con correttezza seguendo una linea etica di rispetto verso l’altro e al contempo cerco di farmi rispettare ponendo confini negoziabili solo se c’è fiducia, stima e rispetto. Mi piace comprendere la complessità dei fenomeni e per questo ho un animo pesante in continua ricerca della leggerezza che cerco di perseguire con umorismo e autoironia.

Non mi sento particolarmente razionale. Piuttosto ho sviluppato un intuito che mi fa scegliere la direzione giusta da prendere.  Amo il confronto intimo perciò non mi sento a mio agio nelle folle. Ho un carattere deciso anche se questa decisione è frutto di molte riflessioni e confronti con le persone di cui mi fido. Talvolta posso sembrare aggressiva per la mia impulsività, soprattutto quando sento di subire un’ingiustizia o le persone intorno a me la stanno subendo. In queste situazioni viene fuori una natura “ferina” pronta ad attaccare per non essere attaccata.

Tra i miei pregi c’è sicuramente la capacità di guardare in profondità e di prendere decisioni coerenti quando credo in qualcosa. Penso che questo tratto mi renda una persona affidabile su cui contare.

D’altro canto, sono incostante se prendo una decisione impulsivamente, in cui non credo pienamente o per compiacere qualcuno. Cosa che generalmente evito di fare. Questo succede o per orgoglio o per vanità o per paura di perdere qualcosa.

Ho una forte propensione verso il sociale. Mi sento generosa e lo sono anche con il denaro anche se sto imparando la parsimonia. Non sarò mai brava nell’amministrarmi ma sto facendo notevoli passi avanti ascoltando i consigli di chi ne sa più di me.

Non sono bella ma risulto piacevole. Il mio corpo non è longilineo come vorrei che fosse ma ci comincio a star bene solo ora che mi trovo nel mezzo del cammin di nostra vita. Il mio punto forte è l’espressività del viso. Ho uno sguardo accogliente e cerco sempre di appoggiarlo con garbo quando mi relaziono con le persone. Ma è anche un limite perché non riesco a nascondere ciò che provo. E allora sono costretta a comunicarlo anche se con fatica.

Non sono mai stata fisicamente iperattiva. Nel sesso prediligo l’intimità delle coccole, delle carezze, della seduzione degli sguardi. Mi piace giocare e se uno non mi prende anche nei modi, nel profumo, nella voce e intellettualmente allora non mi prende. A letto potrebbero essere un problema anche le idee politiche.

Mi piacciono i bambini perché li sento affini anche se non ho mai sentito un grosso slancio per averne dei miei. Ho però un nipote fantastico che oggi ha cinque anni e con il quale vorrei condividere qualche esperienza.

Mi piace mangiare e stare in compagnia. Mi piace il buon vino magari accompagnato da buona musica, ma solo quella che consente di scambiare due chiacchiere senza dover strillare per farsi sentire. Mi piace viaggiare e conoscere cose nuove, non necessariamente con una meta precisa e possibilmente in luoghi dove si vede il mare. Amo leggere, forse è l’attività che faccio più spesso e con più continuità.

Rosari

Una volta io e una collega stavamo parlando dell’influenza dei media sui pensieri delle persone. In particolar modo della TV perché ai tempi Internet non era ancora così diffuso e i social non esistevano. Ricordo che mi disse: “Alla fine siamo noi che scegliamo cosa metterci nella testa. Per fortuna esiste il telecomando! Quella frase mi ha talmente suggestionata che me la ripeto ogni volta che voglio staccare la spina.

Noi non lo sappiamo o non ci facciamo caso ma i messaggi subliminali sono tanti e pervasivi. Ci influenzano a tal punto che spesso ci troviamo a compiere gesti automatici e neppure sappiamo perché. Generalmente siamo guidati dalle paure, dalle ansie e dalle angosce per difenderci. Ma quanto di queste immagini catastrofiche sono davvero reali?  O piuttosto non siamo noi che ingigantiamo, trasformiamo, neghiamo, rimuoviamo? Chi studia la mente ci dice che funziona proprio così ed è per questo che mi piace il motto “la mente mente“.

Ciò che dice la verità è invece il nostro corpo. A partire dalla pelle che è il primo confine tra noi ed il mondo esterno. E con la pelle tutti gli organi di senso per percepire immediatamente la realtà. Possediamo un bellissimo sistema che ci permette di emozionarci e uno che ci fa provare sentimenti. Siamo così complessi e affascinanti che spesso mi domando come sia possibile conoscere i meccanismi delle tecnologie senza aver una minima consapevolezza di come funzioniamo come esseri umani.

              Una delle cose che generalmente le persone non sanno è che possiamo guidare i nostri pensieri. Li possiamo indirizzare verso la quiete partendo proprio da come ci rivolgiamo a noi stessi. Darsi un’intenzione, suggerire ingiunzioni benevole, usare parole propositive sono solo un modo per entrare in contatto con la nostra natura più profonda. La preghiera anche laica lo ha sempre fatto, i mantra buddisti pure, la meditazione e qualsiasi forma di introspezione si basano su questo concetto.

              In Nepal ho comprato un rosario e quando sono tornata a casa mi sono accorta che ne possedevo uno di mia mamma. Certi oggetti racchiudono l’anima del mondo. Talvolta sento il bisogno di ringraziare, allora ne prendo in mano uno e mi metto a leggere poesie. Poi dico delle cose come grazie, grazie alla vita, grazie all’universo mentre respiro e faccio in modo che la serenità sceda dentro di me. In questi momenti mi sento davvero in sintonia con l’esistenza e l’idea dell’impermanenza non mi spaventa più.

Sto lavorando molto per imparare a lasciar andare perché come spesso dico, si passa la prima metà della vita a darsi un’identità, un’anima e si dovrebbe passare la seconda parte della vita cercando di accettare la nostra natura transitoria. Se siamo energia e nulla si distrugge, allora possiamo immaginare di trasformarci in qualcosa che rimarrà anche dopo il nostro passaggio terreno. Solo da un’altra parte.


[1] G. Romagnoli, Solo bagaglio a mano, Feltrinelli 2017, pp 73,74

Se vuoi approfondire questi temi scrivimi. Se lo ritieni utile puoi condividere l’articolo sui tuoi canali.

Grazie per il tuo tempo!

 

Pubblicato da Dott.ssa Anna Perna

Formatrice ad approccio umanistico esistenziale e Counselor Professionista Supervisore. Mi occupo da oltre 20 anni di apprendimento continuo, di sviluppo della persona e delle comunità. Sono appassionata d'arte e di viaggi e per questo sempre in cammino.

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