Il canto di una maga

Anche le figure che oggi guidano e supportano gli altri, come i counselor, portano con sé un passato ricco di sfide e prove. Ogni storia è un viaggio unico, segnato da esperienze che hanno forgiato il loro carattere e arricchito la loro comprensione del mondo. Questi professionisti non sono solo custodi di conoscenze teoriche; sono individui che hanno affrontato l’incertezza, la vulnerabilità e le difficoltà della vita.

A differenza dei guru, che spesso vengono percepiti come figure autoritarie e infallibili, i counselor adottano un approccio più umile e collaborativo. Mentre i guru tendono a fornire risposte definitive e a promuovere visioni rigide del mondo, richiedendo ai loro seguaci di accettare le loro dottrine senza mettere in discussione, i counselor lavorano al fianco dei loro clienti. Questo supporto si basa sulla comprensione empatica e sul rispetto delle esperienze individuali, incoraggiando l’autosufficienza e il pensiero critico.

Il racconto che segue è la storia di una counselor, un racconto che mette in luce il potere della connessione umana e della crescita personale, perché è fondamentale che le persone non vedano i counselor come supereroi o guru intoccabili, ma come esseri umani reali, con le proprie vulnerabilità e storie da raccontare. Solo così possono comprendere l’autenticità del percorso che intraprendono insieme a loro.

disegni di Ikenaga Yasunari

In un villaggio situato tra dolci colline e foreste, viveva una giovane di nome Anna. La sua esistenza era come un ruscello che scorre placido, ma sotto la superficie si celavano correnti profonde di solitudine. Cresceva circondata da due cognizioni: una famiglia che non riusciva a comprenderla e un padre, mercante di stoffe, che dopo aver perduto la sua prima moglie, si era risposato con una nobile donna. Questa nuova vita, pur comprensibile, lasciò Anna con il cuore leggermente disallineato, come un albero piegato dal vento. Anche se il suo spirito era colmo di sogni e desideri, il vero viaggio verso l’autenticità doveva ancora rivelarsi.

Nel cuore di quel villaggio, Anna trovò guida e ispirazione nella figura di Babajaga, la maestra del luogo. Con i suoi modi burberi e un aspetto che evocava antiche leggende, Babajaga era temuta e rispettata da tutti. Ma in Anna, la maestra vedeva una scintilla di grazia, un potere nascosto che brillava come una stella nel firmamento.

Un giorno, mentre si avventurava nel bosco, Anna ebbe una visione straordinaria: un’anima danzante intorno a una rosa, un’emanazione di luce che le sussurrava parole di saggezza.

“Segui la voce del mondo, Anna. In ogni cosa risiede gioia e bellezza.”

Quando tornò a casa, il suo cuore pulsava di emozione, e confidò alla maestra la sua esperienza. Babajaga, con occhi che scrutavano l’anima, si accorse che Anna possedeva un dono raro: il potere di vedere la vera essenza delle anime e di trasformare ciò che vedeva attraverso le parole. Questo potere, tuttavia, portava con sé una duplice reazione: paura e confusione per chi temeva gli specchi, profonda connessione per chi cercava la verità.

Babajaga ricordò la triste storia della madre di Anna, una donna che, incapace di gestire il proprio dono, era scomparsa nell’abisso della depressione, impazzendo e morendo di stenti nel profondo del bosco. Con un tono grave, la maestra avvertì Anna della responsabilità che accompagnava il suo potere: “La bellezza del mondo è legata a chi ha il coraggio di cercarla e di affrontare le proprie ombre.”

Così, il destino di Anna si intrecciò con alcune prove che avrebbero forgiato il suo spirito.

La prima prova si manifestò come uno specchio congelato, nascosto in una radura avvolta dalla nebbia. Avvicinandosi, Anna vide il suo riflesso intrappolato nel ghiaccio, un’immagine che celava le sue ombre, le sue paure. Con coraggio, iniziò a raccontare le sue fragilità, e le parole calde come il sole iniziarono a sciogliere il ghiaccio, rivelando non solo le sue insicurezze, ma anche la forza che l’aveva sempre accompagnata.

Arrivata in un altro villaggio, decise di riposarsi un momento. La stanchezza del viaggio si faceva sentire, ma, nonostante ciò, si sentiva piena di gioia di vivere. Appena giunta alle porte di questo luogo, venne accolta da un uomo con occhi di stelle e parole piene di fascino. Sedotta dalla sua bellezza e dalla dolce melodia delle sue frasi, Anna si sentì travolta da emozioni contrastanti.

Il suo cuore batteva forte, mentre il giovane la circondava con un’aura di mistero e carisma, facendole credere di aver trovato un’anima affine, un riflesso dei suoi stessi desideri. Ma nel profondo, una voce interiore cominciò a sussurrare avvertimenti, riconoscendo che le promesse di quell’amore erano avvolte in un velo di illusioni.

Con determinazione, Anna decise di non lasciarsi ammaliare. Ricordando le parole di Babajaga, si confrontò con il giovane, rivelando la verità dietro la sua maschera. In quel momento di coraggio, Anna comprese che l’amore sano si basa sulla luce e sulla libertà, non sulla dipendenza. Liberandosi da quell’incantesimo, scoprì una forza dentro di sé che non aveva mai conosciuto.

Nella terza prova, il lamento di un animale intrappolato giunse alle sue orecchie. Seguendo il suono, Anna trovò un giovane cervo, spaventato e ansioso. Capì che non poteva liberarlo da sola, ma un lupo saggio si avvicinò, pronto a collaborare. Insieme, sciolsero le corde che imprigionavano il cervo, e Anna comprese che la vera forza risiede nella connessione e nel chiedere aiuto.

La quarta prova la condusse nel bosco profondo, un luogo senza ritorno. Qui, di fronte a lei, si stagliò la figura familiare della madre, ora un angelo custode. Ma Anna, sopraffatta dall’emozione, non riuscì a riconoscerla. Per tornare indietro, dovette ascoltare il richiamo del suo cuore e seguire l’intuito, scoprendo che la connessione con la madre viveva in lei, nonostante la perdita.

Tornata al villaggio, Anna portò con sé un tesoro di saggezza e consapevolezza. Cominciò a parlare con gli abitanti, condividendo le sue esperienze e incoraggiandoli a esplorare le proprie ombre. Tuttavia, il capo villaggio, minacciato dalla sua nuova influenza, avviò una campagna diffamatoria contro di lei. Costretta a tornare nel bosco, Anna si sentì triste ma non sconfitta.

Lungo il cammino verso il bosco, incontrò un giovane uomo dalla presenza luminosa, che la osservava con comprensione. Anche lui aveva appena attraversato un’avventura simile, un viaggio di scoperta e di lotta contro le proprie ombre. Decise di seguirla, e insieme si incamminarono verso l’ignoto, forti della connessione che avevano trovato l’uno nell’altro.

La loro unione portò nuova energia e determinazione nel viaggio di Anna. La sua voce aveva aperto una breccia nel cuore di alcuni abitanti, che iniziarono a cercarla per intraprendere un cammino di crescita personale. Da quel momento, chiunque poteva udire il canto della Maga Anna, che al cambio delle stagioni invitava le persone alla scoperta del loro vero sé. La sua melodia si diffuse come un vento gentile, diventando un simbolo di speranza e trasformazione.

Anna, ora consapevole del suo potere, continuò a guidare gli altri nel loro viaggio interiore, mostrando che la vera magia risiede nell’affrontare le proprie paure e nell’abbracciare la propria luce. Con il suo canto, portò alla vita un invito eterno: quello di danzare con le ombre e brillare nel cuore della luce.

***

Anche se ci troviamo in una posizione di supporto, noi counselor continuiamo a percorrere il nostro cammino, affrontando le sfide quotidiane. Dedichiamo la nostra vita alla comprensione delle persone come compagni e guide di trasformazione e scoperta. Il nostro lavoro diventa un riflesso della nostra continua ricerca di equilibrio e autenticità, un viaggio che non ha mai fine e che arricchisce sia noi che le persone che camminano con noi.

Se vuoi superare le sfide e i condizionamenti della tua vita contattami. Sarò lieta di accompagnarti verso la versione migliore di te.

Grazie per il tuo tempo⚘️

Pubblicato da Dott.ssa Anna Perna

Formatrice ad approccio umanistico esistenziale e Counselor Professionista Supervisore. Mi occupo da oltre 20 anni di apprendimento continuo, di sviluppo della persona e delle comunità. Sono appassionata d'arte e di viaggi e per questo sempre in cammino.

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